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Storia di un panino immigrato

In origine si chiamava Muffulettu, con tre “u” appunto, ma come è avvenuto per tutti gli immigrati italiani che tra l’Ottocento e l’inizio del Novecento sono sbarcati ad Ellis Island per abbracciare una nuova cittadinanza, anche il suo nome è stato americanizzato.
È così che il “muffulettu” siciliano, uno dei pani più antichi nati nella culla della civiltà del grano, veste oggi a stelle e strisce ed è conosciuto e consumato dagli americani come il Muffuletta (ma anche moffoletta, muffoletta, maffoletta) Sandwich, mentre da noi è quasi dimenticato.
Eppure la sua storia è così antica che viene datata a prima del Romano Impero, quando i maestri del pane siciliani forgiavano i propri impasti mescolando le loro ricette a quelle di origine ellenica e mediorientale.
Nel suo lungo percorso storico il consumo della muffuletta farcita si è legato a diverse tradizioni siciliane, diventando un pane tipico di festività e celebrazioni locali. Si trovano tracce di una focaccia tonda e molle, di consistenza spugnosa e spesso ricoperta di semi di sesamo ad esaltare il sapore dei cereali, nei testi del XVII° secolo dei monaci dell’Agrigentino. La muffuletta infatti a Canicattì veniva consumata con ricche farciture nel giorno dell’Immacolata, terminato il digiuno. A Palermo invece era ed è ancora usanza farcirla con ricotta, acciughe e olio d’oliva nuovo e consumarla a colazione il mattino del 2 novembre, una volta trascorsa la notte di congiunzione tra i vivi e i morti.
E se oggi ancora alcune di queste tradizioni in Sicilia sopravvivono, è vero però che la muffuletta è diventata celebre grazie alla storia che la lega alla città di New Orleans. È lì che nel 1906, e più precisamente al 923 di Decatur Street, un immigrato di origini siciliane, Salvatore Lupo, aprì il Central Grocery dove mise in commercio la sua personale versione della focaccia farcita.
Può darsi infatti che gli americani abbiano dubbi su come si scrive e pronuncia il nome di questo panino, ma non certo su come va servito per renderlo quello che viene definito “the most earthy sandwich on earth”. Con una ricetta che resiste da oltre cent’anni, brevettata per sfamare gli operai italiani del porto di New Orleans grazie ad una generosa farcitura che univa i prosciutti francesi alla mortadella bolognese e ai salumi piccanti creoli, le cipollette agrodolci e i formaggi a pasta dura tedeschi alle olive italiane, il signor Lupo consegnò alla storia the original Muffuletta sandwich; “il panino più saporito del mondo”.

fonte Silvia Volpato

Muffoletta x 1
Ingredienti:
1 panino tondo di diametro minimo 10 cm, un panino al latte ben lievitato può andar bene.
Ma anche una simil focaccia genovese.
Per intenderci, visto che esistono tantissime ricette per preparare l’impasto della muffoletta, in questa parte vi lasciamo liberi di trovare nei supermercati o forni del vicinato il pane che più si avvicina al vostro ideale di muffoletta.
La cosa più giusta sarebbe un impasto morbido ma che non si sbriciola, 15 cm di diametro, 4/5 cm di altezza, con del sesamo sopra.

8 Olive nere e 8 olive verdi denocciolate a mano
1 cucchiaio di peperoncino verde fresco
1 cucchiaio di capperi dissalati
1 cucchiaio di cipolline sott’aceto
1 cucchiaio di sedano
1 cucchiaio di aceto di vino bianco
2 carciofini sott’olio
1/2 cucchiaino di semi di sedano
1 cucchiaino di origano secco
1,5 spicchi d’aglio
3 cucchiai di ricotta
5 fette di salame napoli
2 fette di prosciutto cotto
3 fette di provolone
3 fette di mortadella
1 tazzina da caffè di olio d’oliva

Per fare l’insalta di olive, che dà il tipico sapore alla muffoletta, battere a coltello in grossi pezzi:
olive nere, olive verdi, carciofini e capperi.
Affettare finemente il peperoncino verde privato dei semi e della parte bianca, ed il sedano.
Fare un battuto con l’aglio, l’origano e i semi di sedano.
Mischiare tutto in una boule e aggiungere poco olio d’oliva se necessario.
Poi procedere così:
aprire il panino, spalmare la parte sottostante con la ricotta e versare l’olio d’oliva a filo sulla parte che servirà per chiudere.
Disporre sulla ricotta i vari strati di salame, prosciutto cotto, provolone e mortadella.
Sulla mortadella adagiare il composto preparato prima (olive salad), in quantità abbondante, e chiudere schiacciando un po’.
Si può servire tagliato a metà o a quarti, ma rigorosamente con due o tre salviette e una birra ghiacciata, meglio se americana (di quelle bionde e leggere).